Il Superenduro non c’è più.
Per quest’anno ne dovremo fare a meno e la specialità si dovrà un po’ reinventare.
O forse no.
Forse dovrà solo proseguire con le sue gambe e risollevarsi dallo sgambetto subìto da quel tardivo annuncio del circuito principe in Italia.
E in qualche modo lo farà, certamente con tempi e risorse limitate e con notevoli affanni.
Ma vedrete che lo farà.
In questi giorni non si parla d’altro e si stanno già muovendo persone e idee, di cui fra poco vi diremo.
Ma ciò che è fondamentale capire è che l’enduro, ormai, grazie al Superenduro, ha messo per bene le radici nella passione degli utenti, siano essi agonisti che non.
In questo momento a soffrire maggiormente sono proprio gli agonisti di fascia alta, quelli con le sponsorizzazioni, e, di conseguenza, i loro sponsor.
Se mettessimo l’enduro italiano sotto una lente d’ingrandimento oggi vedremmo questa macro-divisione: l’enduro agonistico e l’enduro degli amici.
E solo vedendolo dall’alto si riescono a capire un po’ di cose.
L’enduro agonistico
Come evolverà?
Il 2015 sarà un anno cruciale, perché, anche se Enrico Guala ha dato virtualmente appuntamento al 2016, l’obiettivo dell’enduro agonistico, adesso, è arrivare alla Continua >>
: Il 2015 sarà la svolta o la fine dell’enduro in Italia?